
COVID-19: QUANTO ‘INFETTA’ IL SETTORE VINO
Il virus Covid-19 è ormai entrato infettando, per così dire, sacrificando e condizionando le vite di tutti noi, a tutti i livelli. A livello nazionale ma anche mondiale, lo scenario che desta più preoccupazione è sicuramente quello economico.
L’emergenza epidemiologica, le disposizioni di lockdown, la chiusura totale della rete Horeca (hotellerie, restaurant, café) e il conseguente clima di sfiducia hanno scosso il mondo del vino con un progressivo rallentamento degli ordini di bottiglie e gravi ripercussioni sul mercato nazionale e internazionale. Anche il blocco totale dei flussi turistici concorre ad aggravare una situazione già in crisi, soprattutto nelle regioni particolarmente vocate come la Toscana.
Tra i produttori la preoccupazione aumenta sempre di più di fronte a uno scenario internazionale fitto di dubbi ed essendo coscienti che il comparto vitivinicolo, insieme agli altri canali, quali la ristorazione e il turismo, saranno gli ultimi nella lista delle ripartenze, e la ripartenza sarà molto lenta, sarebbe utopistico pensare il contrario.
Tutti noi, sia nel nostro quotidiano che a livello più ampio, ripetiamo spesso la domanda: quale sarà il futuro nel breve e nel lungo termine? Nella fattispecie, quale sarà lo scenario per la vite? Anche qui c’è voglia di reagire, di ripartire congiuntamente, al di là delle differenze di denominazione nonostante i numeri siano impietosi.
Si auspica alla reintroduzione dei voucher nelle campagne per sopperire alla scarsità di manodopera straniera. Si parla di “vendemmia verde”, ossia, l’operazione di diradamento delle uve per diminuire le rese dei vigneti. Altra misura contenitiva potrebbe essere la distillazione per smaltire la giacenza di prodotto in cantina che difficilmente potrà essere venduta sul mercato. Tutti concordano nella speranza di ottenere accessi al credito in modo più snello e più veloce, incentivare la vendita diretta (alcune aziende si stanno oggi reinventando con le consegne a domicilio per smaltire l’invenduto), l’e-commerce e l’accesso alla grande distribuzione, ossia, gli unici canali che non stanno risentendo della crisi.
Nel mondo del vino il bivio, che tutte le emergenze impongono, è smaltire quanto più possibile oggi le cantine o salvare i vigneti per un domani più certo? Il vecchio proverbio ‘meglio un uovo oggi che una gallina domani’ non è mai stato così attuale e cruciale.
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