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ANCHE IL CIBO RINASCE!

Mai come quest’anno la Pasqua, intesa come resurrezione, assume un significato ancora più forte: dovrebbe donarci la forza di continuare ad andare avanti e infonderci una rinnovata consapevolezza nel credere che presto tutto questo finirà.

La quarantena, o come qualcuno l’ha giustamente definita quest’anno, la “quarantesima” (crasi delle due parole ‘quarantena’ e ‘quaresima’) può rappresentare un’occasione unica, irripetibile (ci si augura!), un momento (molto lungo!) di introspezione preziosissimo, un isolamento dal tempo e dallo spazio da dedicare a noi stessi, alle cose che più ci piace fare in casa, alla famiglia e alle piccole cose che ci sono sempre state ma che forse non abbiamo saputo cogliere per mancanza di tempo, sempre di corsa e sempre distratti.

In questo tempo di meditazione forzata sembra sia rinata nelle persone la voglia di impastare, di dedicare, quindi, il loro tempo a qualcosa che ultimamente avevano delegato ad altri, come ai robot da cucina o ai ristoranti. Riflettendo bene sono proprio alcuni di questi cibi che ci piace ora impastare che, attraverso la fermentazione, rinascono e si trasformano.

Eh sì, forse non tutti sanno che la fermentazione è un processo chimico che viene attivato dai lieviti, i quali liberano l’energia dallo zucchero quando non c’è più ossigeno. Riprendendo le parole di Louis Pasteur, lo scienziato che diede per primo il nome a tale processo, la fermentazione consente di “respirare senza ossigeno” e, quindi, riattiva le energie morte, ri-crea, rigenera, resuscita, trasforma. Questi processi si concludono con la produzione di prodotti e sottoprodotti ben precisi. Secondo me non è un caso che alcuni tra i cibi sacri, e che sono alla base della nostra alimentazione quotidiana, abbiano questa capacità di trasformazione, di ri-creazione. Tra questi, ritroviamo il pane, il vino, il latte e anche la birra.

Insomma, una breve riflessione sulla resurrezione, sulla rinascita e la trasformazione, non solo pensando in prospettiva, al futuro che verrà una volta finita la quarantena, ma anche al cibo, che non è solo nutrimento ma anche un corollario imprescindibile di tradizioni e di affinità che riscontriamo nel nostro quotidiano, oggi più che mai.

Il cibo è vita, morte e resurrezione. In un tempo così buio come questo abbiamo tutti bisogno di rinascere!

Buona rinascita a voi!

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